Il 24 settembre 2024, la Fondazione “I figli degli altri”, rappresentata dalla presidentessa Rosa Cappelluccio, ha preso parte al convegno, presso il Belvedere di San Leucio a Caserta, sul tema “hikikomori-isolati in casa”; la Dott.ssa Cappelluccio ha affrontato con sensibilità un fenomeno che tocca tanti adolescenti.
Il fenomeno degli hikikomori (dal giapponese, “stare in disparte” o “isolarsi”) si riferisce per lo più ad adolescenti e giovani adulti che scelgono di allontanarsi dalla società spesso confinandosi nelle proprie case senza avere contatti sociali diretti e significativi. Questo auto-isolamento ha dei risvolti psicologici complessi:
- Ansia sociale/fobia sociale: profonda paura o disagio nel trovarsi in situazioni sociali, temendo il giudizio o la valutazione degli altri; l’isolamento diventa un modo per evitare queste situazioni stressanti;
- Depressione conseguenza di perdita di interessi, apatia, bassa autostima e incapacità di trovare piacere nelle attività quotidiane;
- Rabbia repressa o frustrazione sia verso sé stessi che verso la società; spesso, dietro l’autoisolamento, ci sono sentimenti di fallimento, inadeguatezza incapacità di sentirsi all’altezza delle aspettative familiari o sociali (specialmente accademiche o lavorative);
- Disturbi dell’identità e senso di vuoto o di mancanza di significato nella propria esistenza, non sapendo quale scopo dare alla vita;
- Dipendenze e utilizzo compulsivo di internet: i videogiochi online diventano la principale forma di interazione sociale e di stimolo mentale;
- Perdita delle abilità sociali e della capacità di gestire conversazioni o relazioni interpersonali;
- Disturbi del sonno e della salute fisica quali obesità, malnutrizione o altri disturbi legati allo stile di vita sedentario;
- Sentimenti di vergogna per il proprio comportamento, riconoscendo l’anormalità dello stesso e colpa nei confronti della famiglia, che può soffrire economicamente e emotivamente a causa dell’isolamento.
Gli hikikomori rappresentano una sfida psicologica complessa che richiede un approccio terapeutico delicato e multidisciplinare. L’isolamento prolungato non è solo un problema individuale, ma riflette spesso problemi sociali come l’eccessiva pressione scolastica e lavorativa, la stigmatizzazione della malattia mentale e la mancanza di supporto per chi si sente inadeguato rispetto alle aspettative.
Aiutare gli hikikomori a superare questo stato richiede interventi psicologici, sociali e spesso anche familiari, volti a ridurre la paura del fallimento e a ripristinare un senso di appartenenza e significato nella vita.


I FIGLI DEGLI ALTRI